

下面这段文字是意大利文,介绍了有关该设计方案的一些情况,有兴趣的朋友可以阅读一下。
“…non voglio che vacillino il tuo viso nè i tuoi occhi indelebili,
da sud a sud,
suoni la tua bocca di chitarra.
è una casa sì grande l’assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell’aria…”
Pablo Neruda
Il lago e la camelia
Qualcosa di magico si ritrova avvicinandosi ai luoghi cresciuti intorno ad un lago.
Lo specchio acqueo a differenza del mare, dove ci colpisce il moto continuo e l’orizzonte cangiante, ci introduce in una sorta di spazio sospeso. Le montagne diventano presenze silenziose e l’acqua un piano orizzontale dove rimandare sogni e immaginario.
Non si può concepire un nuovo edificio senza creare un dialogo con gli aspetti fondativi di un luogo, dove questi restano sopra ogni altra cosa il rapporto tra la verticalità delle montagne e l’orizzontalità del lago.
Non si può concepire una funzione pubblica senza farla appartenere al luogo per cui nasce.
Il luogo presenta un vuoto urbano ed un piccolo manufatto da mantenere.
Non è un “limite”.
Il vuoto gli è attorno.
Il vuoto crea il limite.
Il vuoto si affaccia sul fiume ricercando il lago ma allo stesso tempo guarda alle montagne.
Il vuoto ha bisogno di essere rassicurato senza sensi di colpa.
L’edificio diventa una sequenza di vuoti che si riempiono. Non di forme che si autocelebrano ma di sequenze di spazi dove tutto si rarefà con modalità sempre differenti.
Una trama naturale di alberi a foglia caduca filtra le prime visioni del nuovo spazio pubblico. La trama naturale anticipa quella artificiale del nuovo teatro dove camelie riflettenti rivestono come un mantello lo spazio semplice e continuo del nuovo Teatro Cittadino.
Tre gemme con il loro colore preziose si dispongono a creare una relazione di spazi con l’edificio esistente e il sistema di piazze urbane.
Di giorno l’ombra e i suoi disegni, di notte la trasparenza e i suoi racconti descrivono un mondo nel suo diventare limite tra interno ed esterno, nei suoi dispositivi tra vedere e intravedere, tra percepire e scoprire.
Il cielo riflesso nelle pieghe della copertura specchiante rimanda alla magia del lago.
Lo spazio interno tra il teatro, il cinema e lo spazio espositivo tiene in sospensione chi lo attraversa.
Forse ci protegge.
Ecco una nuova “bellezza” ai bordi del lago.